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Recipes of the Park

Occhiate di Nonna Ma
La pesca, dall’Età del Ferro in poi, non fu una delle principali risorse per gli abitanti della Liguria dell’antichità dediti più alla navigazione in un mare poco pescoso e insediati per la maggior parte all’interno del territorio e non sulle coste troppo esposte alle
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Acciughe con patate
Le acciughe fanno il pallone
che sotto c’è l’alalunga
se non butti la rete
non te ne lascia una...
ogni tre ami
c’è una stella marina
amo per amo
c’è una stella che trema...

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La pasta con i  calamari
In estate mi viene voglia di parlare di pesce, sarà perché era la stagione in cui mio padre mi portava sulla “Ciappella” , uno scoglio sul mare poco lontano dalla Cala dell'Oro, al quale si arrivava percorrendo un minuscolo sentiero che oggi non esiste più  a pescare con lui.
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Il vov
“In tempo di guerra, e parlo della seconda guerra mondiale, chi aveva un pezzo di terra poteva considerarsi molto fortunato: poteva coltivare qualche verdura , patate, legumi e avere qualche albero da frutta. In un casetto costruito con assi di recupero era possibile allevare le galline, che venivano barattate con...
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La torta di carote
La carota coltivata deriverebbe dalla carota selvatica, che cresce nei prati.
È originaria dell’Afghanistan e delle sue regioni limitrofe, ma già 2000 anni fa la si coltivava nel bacino del Mediterraneo. La carota veniva utilizzata da Greci e Romani e dagli Arabi, più per scopi medicinali che a fini alimentari
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Confettura di castagne alla vaniglia
Nelle sere d’inverno, quando la legna scoppiettava nella stufa della cucina e il calore del fuoco intorpidiva le membra pronte al riposo notturno, per noi bambini era piacevole sgranocchiare lentamente. accoccolati sul vecchio divano, i dolci frutti secchi dei castagni.
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Pansotti alla salsa di noci
Se dico “ Bouquet “ scommetto che pensate tutti ad un bellissimo mazzo di fiori variopinti. Ebbene no! Sto parlando del “preboggion “ : un bouquet di erbe selvatiche che serve per la preparazione del ripieno di primi piatti  “delle feste” .
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Minestrina con le uova
L’uovo è sempre stato il simbolo della vita, il passaggio dal sonno alla veglia, dall’inverno alla primavera. Era simbolo di fertilità, quasi un elemento magico della vita. Usato come dono beneaugurante, nell’antica Roma veniva seppellito dai contadini per favorire il raccolto o interrato nelle fondamenta delle abitazioni per tener lontano il male.
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La ricetta di Natale: stoccafisso accomodato
La mia era una famiglia di naviganti e credo che se andassi a ritroso nel tempo vedrei tutti i miei avi solcare i mari a bordo di velieri e galere. I viaggi nei mari del nord Europa erano frequenti ed avvenivano col disgelo quando ancora non operavano i rompi ghiaccio. Al ritorno da quelle terre ricche di pesce, il regalo che portavano i marinai a parenti ed amici era spesso un pesce secco, dal forte odore e dal sapore gustoso: lo stoccafisso.
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La torta di mele
Fra le molteplici varietà di alberi da frutta che possiamo trovare nelle fasce che circondano il monte, senza dubbio la maggior parte sono i meli. Questa specie adattandosi ai climi umidi e  ventilati  e a terreni non troppo profondi e non particolarmente ricchi, quali quelli delle nostre coste, è sempre stata di facile coltivazione e di ottimo rendimento. I nostri nonni abituati ad ottenere il massimo dai terreni, piantavano molti alberi da frutta , per avere raccolte in ogni stagione: dalle primaverili come la renetta e la limonina alle invernali come la paradiso e la delizia.
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I tortelli di zucca
“Te un-a succa” …sentirselo dire non è certo un complimento. Quando ero bambina i miei nonni abitavano in una casetta circondata dalle fasce ai Galletti, una frazione di San Rocco di Camogli. Avevano un grandissimo orto, o almeno così appariva ai miei occhi di bimba e in estate era pieno di piante di zucchini, dal verde pallido e zucche dallo spiccato colore arancio. Quando non volevo lasciare quel paradiso per tornare in casa il nonno mi ripeteva che avevo una testa dura come le zucche!
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Cima alla genovese (cimma pinn-a)
Dalla finestra della mia cucina vedevo Punta Chiappa e la distesa del mare che brillava sotto il sole. Nei miei ricordi di bambina la preparazione della cima è legata ai pinoli che andavo a raccogliere ai piedi dei pini domestici allineati lungo la via del paese,  al profumo del mare che circondava la mia casa e alla maggiorana che mia madre coltivava con amore in quel vaso esposto al sole. Ricordo in particolare il suo  profumo, pronta per essere usata per aromatizzare  il piatto preferito da mio padre.
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Il pandolce genovese
Il Natale per noi bambini era l’occasione per gustare a tavola quegli alimenti sognati per un anno intero. I fichi fatti seccare durante l’estate, le noci raccolte ai piedi dei grandi alberi, la frutta candita ricordo delle vecchie tradizioni dei frati, ma soprattutto il pandolce. Ricordo quando mia mamma preparava l’impasto e noi bambini cercavamo di rubare uvetta e pinoli; quando il papà riportava dal fondo le tavole  di olivo per deporvi i pani per la lievitazione e quando venivano infornanti e si spandeva per la cucina quel dolce profumo di festa. Ricordo anche quando il nonno tagliava finalmente il pandolce a fine pranzo.
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Trenette al Pesto
“Bisogna saper scegliere bene le piantine: devono avere almeno quattro foglie per metterle a terra….” Erano queste le cose che mio padre mi diceva da bambina quando andavamo nell’ Orto’ a comprare il basilico da trapiantare. Era bello seguirlo quando scendeva nel grande orto e dopo aver chiamato a bassa voce il nonnino che curava le colture, si faceva portare in mezzo  “a e ciante” (al seminato) per scegliere insieme a lui il basilico.
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Zucchini ripieni
Ricordo quelle sere d’estate quando, ancora bambina, andavo a far cuocere  “u tian de succhin” (il tegane di zucchini) nel forno a legna del panettiere del paese: li avevamo raccolti nell’orto che mio padre lasciava alle nostre cure quando partiva per i suoi lunghi imbarchi. Mia madre lo aveva preparato utilizzando ingredienti altrettanto genuini come le uova delle nostre galline e la maggiorana (cornabuggia) coltivata nei vasi della terrazza che si affacciava su Punta Chiappa.
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Il castagnaccio (u castagnassu)
“ A San Michè tra e castagne pe i senté”
Autunno…cambiano i colori del Monte..i verdi intensi dell’estate lasciano posto alle calde sfumature del rosso e del marrone  che le piogge rendono lucidi e brillanti … e fra i tanti alberi che troviamo sui sentieri del Parco, ce n’è uno le cui foglie e frutti hanno le più belle gradazioni delle tinte della terra: il castano. Proveniente dalle zone dell’Appennino, il castagno ha avuto un notevole sviluppo vicino al mare in seguito alla necessità di sfamare una popolazione  che andava via via aumentando negli insediamenti rivieraschi.
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Pane e aglio
Quando ero piccola e rifiutavo a tavola qualche pietanza, mia madre era solita dire che mi avrebbe dato, da allora in poi, solo “ pan con l’aggio “… lei sapeva che era buono e che mi faceva bene, ma io no, dato che l’odore dell’aglio mi era tutt’altro che congeniale! Questa pianta veniva elevata dagli antichi Egizi al rango di divinità: gli operai che edificavano le piramidi ricevevano ogni giorno uno spicchio d’aglio per le sue virtù tonificanti ed antisettiche. Anticamente veniva inserito in un sacchetto e appeso al collo per prevenire le malattie infettive (che poi in seguito si usasse anche per tenere lontani i vampiri è un’altra storia!), o mangiato crudo a digiuno, al mattino, contro l’ipertensione.
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Prezzemolo e cozze
“E’ dappertutto come il prezzemolo!” Quante volte abbiamo sentito questa frase riferita ad una persona che la si può trovare ovunque? Questo non vuol proprio dire che il prezzemolo si trova in abbondanza, ma che è un prodotto dell’orto che si trova tutto l’anno. Il prezzemolo (porsemmo in genovese, petroselinum sativum o ortense petroselium in latino) è un prezioso alimento in quanto ricco di vitamina C , ferro, manganese e provitamina A. E uno stimolante generale e nervoso, antianemico, disintossicante, depurativo, vasodilatatore e rigeneratore capillare.
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La farinata di ceci
Il venerdì sera sfidavo volentieri il freddo dell’inverno per accompagnare mia madre nel panificio sotto casa: il venerdì era serata di farinata nel vecchio forno di Mario. La gente si radunava nella bottega adiacente al forno in attesa delle molteplici sfornate: a una bimba come me sembrava quasi una serata a teatro, con gli spettatori che chiacchieravano amabilmente in attesa dell’apertura del sipario e
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Il latte dolce
Il pranzo di Natale dei contadini del Monte di Portofino era ben diverso da quello delle famiglie benestanti della "Superba".
Nicolò Bacigalupo, in una sua famosa poesia, "O tondo de Natale", descrive molto bene questo pranzo ricco ed opulento delle famiglie genovesi  e per  piacere e curiosità, ne riporto qui di seguito la traduzione:
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Riso e zucca
Ingredienti:
Zucca polpa 1/2 kg
Riso 1 bicchiere
Cipolla 1
Olio di oliva
Brodo vegetale
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Trenette al pesto di rosmarino
Il Rosmarino è la tipica pianta mediterranea, che cresce sia spontanea che coltivata soprattutto lungo le fasce costiere. Si utilizzano sia le foglie che i fiori, che vanno raccolti in piena fioritura, durante l'estate. Vanno essiccati appena raccolti appesi a testa in giù in luoghi asciutti, bui e aerati in modo che non perdano le loro
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Focaccette e cavoli

Lo sapevate che il cavolo veniva coltivato nei nostri Paesi ben più di 4000 anni fa? L’ho scoperto andando a curiosare su trattati botanici risalenti al 1700 in cui parla di questa pianta come di un eccellente mezzo terapeutico. Da Catone il Vecchio che ne consigliava l’applicazione sulle
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