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Dettaglio evento

24-gen-2023 /

Incontri ravvicinati sulla terra: lisca

Recentemente avrete visto il personale del Parco impegnato nel taglio della lisca nella zona delle Batterie.

L'Ampelodesmos mauritanicus, questo il nome scentifico della graminacea, cresce abbondantemente nel Parco, non è una specie botanica protetta e può rappresentare un'insidia per gli ascursionisti. Per via della sua tenacia, infatti, è facile inciampare nelle sue lunghe foglie.

Un taglio controllato non fa alcun danno alla pianta e facilita il passaggio dei fruitori del Parco nelle zone più drette.

Di seguito potete leggere alcune curiosità su questa pianta tanto caratteristica, quanto fotografata in primo piano nei nostri panorami. 

 

La lisca viene chiamata anche tagliamani o saracchi. Questa grossa graminacea, tipicamente mediterranea, cresce in Africa settentrionale ed in alcune aree della Spagna e della Francia. In Italia si trova lungo le coste, ad eccezione di quelle pugliesi e dell'alto Adriatico, e, talvolta, anche all'interno, come lungo la foce del fiume Tevere e dell'Ombrone. Si sviluppa con formazioni steppiche chiamate ampelodesmeti, ma pure in gruppi isolati di pochi esemplari sopra gli scogli e le rupi costiere. La pianta forma densi cespi di foglie, taglienti al tatto, al centro dei quali spuntano, in primavera inoltrata, lunghi steli che portano le infiorescenze. Sino al secolo scorso le robuste foglie venivano utilizzate in agricoltura come legacci per la vite, o per realizzare cordami e reti. Era fatta di lisca anche la rete della "tonnarella di Camogli", l'ultimo attrezzo di questo tipo ancora funzionante nell'area più settentrionale del Mediterraneo.

Nome scientifico Ampelodesmos mauritanicus